Mi ricordo quando il rock era giovane,
io e Susie ci divertivamo così tanto
tenendoci per mano e scansando i sassi.
Avevo una vecchia Chevy d'oro
ed abitavo da solo,
ma la più grande goduria che ho avuto
è stato facendo una cosa chiamata
il Rock del Coccodrillo,
mentre gli altri ragazzi ballavano
il Rock Around the Clock.
Balzavamo e saltavamo
con il Rock del Coccodrillo
ed è una cosa così scioccante
quando i tuoi piedi non possono proprio star fermi,
non ho mai vissuto un tempo migliore
e credo che non lo vivrò mai.
Oh, mammamia, quei venerdì notte
quando Susie portava i suoi vestiti attillati
e il Rock del Coccodrillo era la fine del mondo.
Ma gli anni passarono e il rock morì.
Susie se ne andò e mi lasciò per qualche tipo straniero.
Lunghe notti a piangere vicino al juke-box
sognando la mia Chevy e i miei vecchi blue jeans.
Non uccideranno mai i fremiti che abbiamo provato
bruciando in fretta, fino alla fine delle settimane.
Pensavamo davvero che il Rock del Coccodrillo
sarebbe durato.
(Roberto Antoni, Stagioni del rock demenziale. Feltrinelli, 1981)
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