Visualizzazione post con etichetta Live. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Live. Mostra tutti i post

sabato 7 dicembre 2013

Kevin Coyne, Peel Sessions

Torniamo a Kevin Coyne con una raccolta delle sue Peel Sessions, pubblicata nel 1990. Le registrazioni vanno dal 1973 al 1979, con l'unica eccezione di I Couldn't Love You del 1990. A Leopard never changes his Spots!




Marlene (1973)
Cheat me (1973)
Ey Up My Duck (1979)
The Miner's Song (1974)
Evil Island Home (1974)
Araby (1974)
Dance Of The Bourgeoisie (1974)
Do Not Shout At Me Father (1974)
Need Somebody (1974)
Poor Swine (1974)
Rivers of Blood (1978)
Lunatic (1978)
I Only Want To See You Smile (1978)
That's Rock'N'Roll (1978)
A Leopard Never Changes Its Spots (1979)
I Couldn't Love You (1990)




lunedì 2 dicembre 2013

The River Sessions

Curiose sono le circostanze dell'ingresso di Maggie Bell nel mondo discografico. Narrano le cronache che Peter Grant, all'epoca in cui era manager degli Yardbirds, ebbe modo di assistere all'esibizione di un gruppo scozzese di rock blues in una base dell'aeronautica statunitense in Germania. The Power, tale l'impegnativo nome della band, erano stati fondati da Leslie Harvey, fratello del più celebre Alex, e dalla fidanzata Maggie Bell. Ribattezzati Stone the Crows da Peter Grant, divenuto nel frattempo loro manager insieme a Mark London, pubblicarono quattro album tra il 1970 e il 1972. Lo scioglimento del gruppo, avvenuto l'anno successivo, non interrompe il rapporto professionale tra la Bell e Grant, che lancia la sua carriera solista mettendola sotto contratto per la Swan Song e propiziando la partecipazione di Jimmy Page al suo secondo album, Suicide Sal. Dopo un disco con i Midnight Flyer e altri lavori solisti, Maggie si trasferisce in Olanda per oltre un ventennio. Tornata in patria è tra i promotori del British Blues Quintet, formazione che comprende anche Zoot Money, il bassista Colin Hodgkinson degli indimenticati Back Door e il batterista degli Stone the Crows, Colin Allen. Nel corso della sua lunga carriera Maggie Bell non ha mancato di prestare la sua voce, spesso paragonata a quella di Janis Joplin, a dischi di altri artisti. L'ambito è in massima parte quello del rock blues (Long John Baldry, Jon Lord, Clem Clempson) ma non mancano curiose digressioni come la partecipazione a Bananamoon di Daevid Allen. Il contributo più noto però rimane quello fornito alla canzone Every Picture Tells a Story, che da il titolo al grande album di Rod Stewart del 1971. The River Sessions, registrato al Pavillion di Glasgow il primo giorno di novembre del 1993 ma pubblicato solo nel 2004, presenta una Maggie Bell in forma smagliante alle prese con classici immortali della musica che amiamo. Cosa si può volere di più?




Recorded Live at the Pavillion, Glasgow, November 1st, 1993

Blue Suede Shoes
Try A Little Tenderness
As The Years Go Passing By
Only Women Bleed
Ain't No Love In The Heart Of The City
Good Man Monologue
Trade Winds
No Mean City
Every Little Bit Hurts
That's The Way I Feel

Ronnie Caryl:  Guitar, Vocals
Pat Crumley:  Sax
Paul Francis:  Bass
Chris Parren:  Keyboards, Vocals
Jeff Scopardie:  Drums, Vocals  




sabato 2 novembre 2013

We're only in it for the Food

Allievo, come David Sanborn, di Julius Hemphill, il sassofonista Tim Berne prende dal maestro il gusto per la commistione tra free, soul e funk. Dopo la collaborazione con Hemphill e la creazione nel 1979 della propria etichetta Empire, Berne entra nel circuito dell'avanguardia di New York, collaborando tra gli altri con Bill Frisell, Hank Roberts e John Zorn. A Zorn lo accomuna la versatilità, la fiera indipendenza (con l'eccezione di alcuni album usciti per Columbia e Ecm pubblica in proprio per la Screwgun) e il proliferare di formazioni con nomi tra il truculento e il grottesco: Caos Totale, Bloodcount, Science Friction, Big Satan... Se a tutto ciò si aggiunge la predilezione per composizioni dalla durata considerevole si può comprendere come Tim Berne goda di un seguito fedele ma non esattamente di massa. Unwound raccoglie registrazioni effettuate a Berlino e Ann Arbor nella primavera del 1996. 





Disc 1 (We're only in it for the Food)
1 - Bro'ball
2 - No Ma'am
3 - Yes, Dear

Disc 2 (An Average Daze)
1 - Loose Ends
2 - Bloodcount
3 - Mr. Johnsons Blues

Disc 3 (The Fan)
1 - The Other
2 - What are the Odds?

Disc 1 & 2 recorded live at Quasimodo, Berlin, march 1996
Disc 3 recorded at German Beer Hall, Ann Arbor, Michigan, april 1996

Tim Berne:  Alto Saxophone, Baritone Saxophone
Michael Formanek:  Bass
Jim Black:  Drums
Chris Speed:  Tenor Saxophone, Clarinet



domenica 28 luglio 2013

Give Booze a Chance

Nel bel libro Lucifer over London, pubblicato nel 2010 da Aerostella, Antonello Cresti dedica un capitolo alla Tradizione eccentrica inglese, tratteggiata come chiave di lettura per comprendere alcune tra le più interessanti produzioni artistiche di quel paese. Citiamo letteralmente: "(...) questo tratto caratteriale svolge una funzione psicosociale importante, che va a determinare tante peculiarità dell'ispirazione artistica così com'è concepita nelle isole britanniche: esso è difatti, innanzitutto, una forma di ribellione contro il concetto di autorità e le convenzioni sociali e allo stesso tempo una fiera, ma non aggressiva, rivendicazione di indipendenza. Ancora una volta, dunque, nella cultura anglosassone si nota la presenza di una valvola di sfogo costante, utile per non soggiacere alle imposizioni di qualsiasi natura, senza per questo doversi impegnare in avventure aggressive o rivoluzionarie: l'eccentricità, paradossalmente, aiuta a sostenere quell'ordine che appare una burla, lavando via le tensioni che altrimenti potrebbero creare una reale minaccia nei confronti della stabilità sociale e del governo." Tra i gruppi citati, operanti a cavallo tra Sessanta e Settanta (e oltre) un posto preminente, e non potrebbe essere diversamente, viene occupato dalla Bonzo Dog Band guidata dai due Grandi Eccentrici Vivian Stanshall e Neil Innes. La storia dei Bonzos è fin troppo nota per essere ripercorsa in questa sede, così come le loro opere sono ampiamente disponibili in ristampe economiche e ben curate. Quella che proponiamo è una raccolta uscita nel 1995 di registrazioni effettuate nel corso delle trasmissioni Top Gear e Saturday Club, magari un po' superata da pubblicazioni successive, ma estremamente divertente e utile a combattere la calura di questi giorni. Give booze a chance!





1 - Do the Trouser Press
2 - Canyons of your Mind
3 - I'm the Urban Spaceman
4 - Hello Mabel
5 - Mr Apollo
6 - Tent
8 - Give Booze a Chance
9 - We Were Wrong
10 - Keynsham
11 - I Want to be with You
12 - Mickey's Son and Daughter
13 - The Craig Torso Show
14 - Can Blue Men Sing the Whites?
15 - Look at Me I'm Wonderful
16 - Quiet Talks and Summer Walks

Bonzalia:
Vivian Stanshall
Neil Innes
Roger Ruskin Spear
Rodney Slater
Vernon Dudley Bohay-Nowell
'Legs' Larry Smith
Sam Spoons
David Clague
Dennis Cowan

Sessionalia:
1,2,3 - Top Gear 29.4.68
4 - Saturday Club 29.10.68
5, 15, 16 - Top Gear 31.3.69
6, 7 - Top Gear 29.7.69
8, 9, 10, 11 - Top Gear 2.10.68
12, 13 - Top Gear 8.11.67
14 - Top Gear 8.7.68



sabato 13 luglio 2013

Shadows Across The Moon

I Dando Shaft sono un gruppo minore, ma di tutto rispetto, del folk revival britannico, nato nel 1968 a Coventry in una formazione comprendente Kevin Dempsy, Dave Cooper, Ted Kay e Martin Simpson. E' proprio quest'ultimo, con il peculiare suono ipnotico del suo mandolino, a caratterizzare lo stile del gruppo, da alcuni apparentato ai Pentangle per la felice commistione di repertorio tradizionale e suggestioni di altri orizzonti musicali. An Evening with Dando Shaft esce nel 1970 per la Young Blood, lo stesso anno in cui entra nella formazione la cantante Polly Bolton. Il buon riscontro dell'album d'esordio vale ai nuovi Dando Shaft un contratto con la Neon, sottomarca progressiva della RCA, con la quale pubblicano un album omonimo nel 1971, mentre per la casa madre esce l'anno successivo Lantaloon. Lo scarso riscontro di vendite dei tre album causa lo sbandamento del gruppo che però si riforma nel 1977 grazie ai buoni auspici dell'etichetta Rubber di Newcastle-upon-Tyne. Per questa piccola label esce l'ultimo disco in studio del gruppo, Kingdom, che vede tra i numerosi ospiti anche Danny Thompson dei Pentangle. Un'ulteriore riunione del gruppo ha luogo ben dodici anni dopo per merito di un promoter italiano. Da registrazioni di questo tour (specificamente quelle del 17 marzo 1989 a Bergamo) viene ricavato il live Shadows Across The Moon, pubblicato nel 1993 dalla Happy Trails Records. Gli unici successivi capitoli discografici per il gruppo saranno le raccolte Reaping The Harvest, fuori catalogo e che qui presentiamo per la gioia delle vostre orecchie, e Anthology.





1 - Coming Home to Me
2 - Railway
3 - Magnetic Beggar
4 - Pass It On
5 - Kalyope Driver
6 - Prayer
7 - Sometimes
8 - Waves upon the Ether
9 - Dewet
10 - Riverboat
11 - Harp Lady I Bombed
12 - The Black Prince of Paradise
13 - When I'm Weary
14 - Till the Morning Comes
15 - Whispering Ned
16 - Road Song
17 - Is It Me
18 - It Was Good
19 - Rain
20 - Cold Wind
21 - In the Country
22 - End of the Game




Live in Bergamo, 17 marzo 1989
Produced by Kevin Dempsey

1 - Railway
2 - Rain
3 - If I could let go
4 - Sometimes
5 - Feel like I want to go Home
6 - Cold Wind
7 - Road Song
8 - Shadows across the Moon
9 - Riverboat
10 - Kingdom
11 - Coming back to stay

Martin Jenkins:  mandocello, flute, voice
Kevin Dempsey:  acoustic guitar, voice
Dave Cooper:  acoustic guitar, voice
Roger Bullen:  bass
Ted Kay:  percussion, tabla
Chris Leslie:  violin (9, 10, 11)



martedì 11 giugno 2013

A Passionate Journey

I B Shops for the Poor nascono nel 1983 come duo dedito all'improvvisazione per iniziativa di David Petts e Jon Dobie. Con una formazione allargata esordiscono solo nel 1989 per i tipi della No Wave che da allora in poi pubblicherà tutte le loro realizzazioni. Le coordinate del gruppo sono chiarite al meglio nel secondo album, Visions & Blueprints, grazie anche alla presenza del maestro Peter Brotzmann: improvvisazione radicale e dissezione della forma canzone, citazioni colte e foschissime atmosfere di matrice Rock in Opposition. I frequenti riferimenti a Brecht (ma anche a Queneau e ai surrealisti) li apparentano agli Art Bears e ad alcune prove soliste di Dagmar Krause, così come una sobria eleganza sul palco unita alla passione per gli strumenti vintage (theremin e sintetizzatori, più marcata nei successivi Remote Viewers) e le avanguardie storiche può ricordare gli Stereolab. Meno sporchi dei Blurt, per fare un nome emblematico, i B Shops sono anche un po' eredi di quel free jazz punk inglese che anni or sono raccoglieva l'autorevole disapprovazione di un italico maestro di pensiero con la data di scadenza. Nel 1998 il gruppo rinasce, come accennato, nella forma dei Remote Viewers e inizia una lunga collaborazione con la prestigiosa Leo Lab di Leo Feigin. Il loro ultimo disco, City of Nets, risale giusto allo scorso anno, questa volta per un'etichetta altrettanto importante come la ReR Megacorp di Chris Cutler. Se siete alla ricerca di un centro di gravità permanente La Buona Annata è il luogo che fa per voi. 


Recorded Live in Austria, Switzerland and Hungary, April - May 1995

1 - Higher Hunger
2 - Fifth Aspect
3 - The Sun in the Building
4 - Born of State Air
5 - Mining the Meaning
6 - The Official Response
7 - Welcome Shadow
8 - Widening Gaps
9 - Charm Offensive
10 - Held by Rooms
11 - Locked
12 - Planned Release
13 - Changing the Wheel / Different
14 - Shifting Laws

Jon Dobie:   guitar
John Edwards:   acoustic bass
Adrian Northover:   alto, soprano saxophones
David Petts:   tenor saxophone, computing
Louise Petts:   voice, alto saxophone

Music by Davis Petts
Lyrics by Louise Petts
Except Changing the Wheel (B. Brecht) and Different (C. Parsons)





martedì 28 maggio 2013

The Housewife, the Referee and the Undertaker

Nel ristretto novero delle nostre convinzioni primeggia il monito a non giudicare un libro dalla copertina, a maggior ragione se l'autore si chiama Leonard Cohen e se un autorevole sito giudica eccellente la qualità del manufatto. Malgrado una veste grafica delle meno attraenti The Housewife, the Referee and the Undertaker è un ottimo bootleg tratto dall'esibizione del 21 maggio 1993 alla Congresshalle di Zurigo, uno dei numerosi concerti del Future World Tour intrapreso per promuovere l'album The Future uscito alla fine dell'anno precedente. Alcune registrazioni di questo periodo confluiranno in Cohen Live del 194, insieme ad altre risalenti al tour I'm Your man del 1988. Dalla trasmissione radiofonica del concerto di Zurigo furono tratti numerosi bootleg, più o meno completi. La formazione che accompagna Leonard Cohen non è specificata ma si tratta presumibilmente di quella del tour, sotto elencata. Non giudicate un libro dalla copertina...
                 Live at Congresshalle, Zurich, May 21st, 1993

 1 - Dance Me to the End of Love
 2 - The Future
 3 - Bird on a Wire
 4 - Anthem
 5 - Chelsea Hotel
 6 - Democracy
 7 - Joan of Arc
 8 - Closing Time
 9 - Take this Waltz
10 - Hallelujah
11 - So Long, Marianne

The Future Word Tour 1993 Musicians:
Bob Metzger:  guitar, steel pedal guitar
Jorge Calderon:  bass
Bill Ginn:  keyboards
Paul Ostermayer:  keyboards, saxophone
Bob Furgo:  violin, keyboards
Steve Meador:  drums
Julie Christensen & Perla Batalla:  back-up vocals



venerdì 1 febbraio 2013

Angeletti, De Grassi, Hecht


Con il passare degli anni non fa che accrescersi la rilevanza dell'opera di John Fahey. Innumerevoli sono le riedizioni dei suoi album, i tributi, i monumentali cofanetti come quello uscito nel 2011 per la Digital to Dust.
Ma l'importanza del chitarrista statunitense si misura ancor più dalla schiera di artisti che hanno tratto ispirazione dalla sua musica e da quella di altri numi tutelari come Robbie Basho, Peter Lang e Leo Kottke.
Se nel nostro paese ci fu un breve periodo di interesse per l'American Guitar all'inizio degli anni Ottanta, il merito va dato principalmente a Maurizio Angeletti. Autore di tre bellissimi album pubblicati tra il 1980 e il 1983 da microscopiche etichette create all'occasione, purtroppo mai ristampati, Angeletti svolse un'importante opera di divulgazione attraverso l'organizzazione di concerti, recensioni e articoli. Nel 1982 pubblicò per Gammalibri American Guitar in cui analizzava con competenza e passione i lavori dei precursori  ma anche delle giovani leve che all'epoca facevano riferimento all'etichetta Windham Hill, fondata nel 1976 da William Ackerman. Un testo che meriterebbe senz'altro una ristampa, com'è accaduto di recente per il fondamentale La musica rock-progressiva europea di Al Aprile e Luca Majer.
Quella che proponiamo è la registrazione di alcuni brani tratti dal concerto tenutosi il 25 novembre 1981 presso il cinema Italia di Somma Lombardo che vide Angeletti alternarsi con due chitarristi di punta della Windham Hill: Alex De Grassi e Daniel Hecht. La fonte è una trasmissione di Radio SuperVarese dedicata alla musica acustica, fissata su una precaria cassetta.
Nell'attesa di tornare sull'argomento segnaliamo un'altra piccola testimonianza dell'epoca, presente nell'immenso patrimonio di SugarMegs. Si tratta di un concerto di John Fahey registrato il 6 marzo 1982 al teatro Cristallo di Milano che vede Angeletti affiancare il maestro nella conclusiva Life & Death in L.A. Motels.
Dedichiamo questo post alla neonata Anita. Che lo spirito del Kollettivo possa guidarla nella ricerca della Verità e della Bellezza.





giovedì 15 novembre 2012

Tony McPhee's Groundhogs - Gone with the Wind


Let me take you
On the sad-go-round
In the twilight zone
Hear the mournful sounds
Of the carousel
And the calliope
Where you lose your will
And abandon hope


Cosa spinse un limpido pomeriggio domenicale di giugno due appassionati di blues a recarsi a una delle prime fiere del disco nei pressi dell'aeroporto di Linate? Non tanto gli amati ma costosi vinili quanto il palco montato all'aperto su cui si sarebbe esibito Tony McPhee con i suoi Groundhogs. Un forte vento scompigliava i radi lunghi capelli di McPhee, da cui il simpatico titolo del disco che fu ricavato dal concerto. McPhee era una delle nostre leggende viventi e lo spettacolo fu all'altezza delle aspettative.
Con la Allman Brothers Band e Captain Beefheart, i Groundhogs sono tra i pochi che, partiti da una matrice blues, ne hanno saputo utilizzare il linguaggio per sviluppare un mondo di suoni assolutamente personale e originale. Partiti con un album abbastanza canonico come Scratching the Surface e collaborazioni con grandi bluesman americani quali Champion Jack Dupree e John Lee Hooker, lasciano rapidamente intuire le loro peculiarità. L'eclettismo di McPhee si manifesta ad esempio nelle registrazioni effettuate tra il 1965 e il 1966 dagli Herbal Mixture, un gruppo di breve durata messo in piedi durante un temporaneo scioglimento dei Groundhogs, in cui possiamo ascoltare i nostri impegnati a distillare gentili succhi psichedelici dalla fermentazione del beat. Con l'album Blues Obituary, pubblicato nel fatidico 1969, il suono si fa oscuro, impregnato di umori gotici tipicamente britannici. Degno di nota, in tal senso, l'apprezzamento espresso nei confronti del gruppo da David Tibet, che proprio nel 1994 incise una cover di Sad-Go-Round con la collaborazione di Bevis Frond. I primi anni Settanta rappresentano il periodo di maggior soddisfazione per i Groundhogs, sia in termini qualitativi sia di popolarità, grazie anche alle esibizioni come gruppo di apertura ai concerti dei Rolling Stones. Poi i tempi cambiano, McPhee abbandona l'attività musicale a tempo pieno ma continua a pubblicare una serie di godibilissimi dischi, per lo più dal vivo. I Groundhogs non si esibiscono più davanti a platee oceaniche ma in piccoli club, magari davanti a David Tibet, o in situazioni come quella documentata da Gone with the Wind
Dedichiamo questo post all'amico Sonny, presente quel giorno, autentico bluesman nell'animo e oggi attivo ambientalista. E, con infinita gratitudine, a Tony McPhee.

As you spin
On the sad-go-round
And the world is a blur
Of confusing sound
You forget your troubles
You forget your fun
Now you're just a word
Moving round the sun







Shake for me (Burnett) - 3'17"
Eccentric Man (McPhee) - 4'30"
Garden (McPhee) - 5'07"
3744 James Road (McPhee) - 7'07"
I want you to love me (Morganfield) - 5'02"
Split Part One & Part Two (McPhee) - 13'11"
Still a Fool (Morganfield) - 7'22"
Mistreated ( trad. arr. McPhee) - 6'28"
Groundhog Blues (trad. arr. McPhee) - 4'44"
Down in the Bottom (Burnett) - 4'00"


Tony McPhee's Groundhogs:

Tony (T.S.) McPhee - Guitar & Vocals
Eric Chipulina - Guitar
Alan Fish - Bass
Peter Correa - Drums









sabato 27 ottobre 2012

Lyonesse Live in Milan 1978

Bonsoir tout’ la compagnie de cette maison
Dieu vous envoie bonn’ année
Et un’ bonn’ saison

Lyonesse è il nome di un’isola ubicata secondo la leggenda presso l’estremità sudoccidentale della Cornovaglia. Come altre isole della mitologia celtica Lyonesse non ha mancato di ispirare poeti e musicisti. Se Ys viene citata da Claude Debussy, Alan Stivell e Balletto di bronzo, Tir na nOg e Lyonesse hanno dato il nome a due grandi gruppi folk, irlandese il primo, dalle radici più ramificate il secondo. Lyonesse prende forma nel 1973 dall’incontro tra un gruppo di musicisti francesi, lo svizzero Pietro Bianchi e l’inglese Trevor Cozier. Quest’ultimo si presentava con un precedente di tutto rispetto, avendo partecipato due anni prima alla realizzazione dell’album No Roses di Shirley Collins, atto di nascita della Albion Band. Negli anni successivi il gruppo, stabilizzatosi intorno a Mireille Ben e Pietro Bianchi, si trasferì in Italia, dove pubblicò quattro album e tenne numerosi concerti, fino allo scioglimento avvenuto in un momento imprecisato dei primi anni Ottanta.
Una dettagliata storia del gruppo è reperibile sul sito Folkvinyls, dove possiamo incontrate persone e situazioni curiose che hanno incrociato il cammino dei Lyonesse: da Claudio Rocchi al lungimirante produttore Roy Tarrant, dall’apparizione al festival del parco Lambro nel 1976 all’incontro con Carlo Petrini. L’album con cui esordisce il nostro blog fu registrato la sera del 25 ottobre 1978 presso il teatro Verdi di Milano, nel corso di una fortunata serie di concerti tenutisi fra ottobre e novembre. Trattandosi di un live non abbiamo separato le singole tracce: i due file corrispondono pertanto ai lati del disco.
256 kbps – mp3

FACE A
LE ROI BOIT  (Chant de quete pour l’Epiphanie) – 2’ 46”
OU ALLEZ-VOUS LA BELLE  (Chanson berrichonne apprise de Jean Blanchard) – 3’ 43”
BAL SUR LE PONT DE L’ILE  (Version canadienne d’une ballade francaise) – 3’ 11”
M’EN REVENANT DES NOCES  (Laride a 8 temps, Bretagne) – 3’ 53”
REEL DU SAUVAGE  (Reel de Louisiane, qu’on a appris de Dewey Balfa) – 2’ 45”
LA FILLE DE 14 ANS  (Ballade acadienne) – 4’ 18”
CONTREDANSE DE MAMOU ET CONTREDANSE FRANCAISE  (Merci a Shelby Vidrine et Isom Fontenot, musiciens de Mamou, Louisiane) – 2’ 26”

FACE B
BONSOIR MAITRE DE MAISON  (Chant de marriage du sud-ovest francais) -  4’ 45”
CANTIQUES  DU PARADIS  (Bretagne, merci a Andre Thomas) – 3’ 00”
LES ROCHERS Y SONT DE PIERRE  (Chanson du repertoire de Ben) – 2’ 55”
LE MAURICE S’EN VA-T-EN VIGNE  (Rond d’Argenton) – 3’ 06”
J’AI FAIT UN REVE – 4’ 05”
SOTTEESI BATSKARSNAASISTA  (Suite de ‘Scottish’ suedois et norvegiens) – 5’ 02”

LYONESSE:
LILI BEN:  chant, violon, dulcimer, percussions
MIREILLE BEN:  chant, mister stepper, baguettes
ARMEL SORVEYRON:  tin whistle, bombarde, biniou, bodhran, chant
PIETRO BIANCHI:  violon, vielle a roue, chant