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giovedì 1 agosto 2013

La Buona Annata's History Channel: Psi Power

Detta Anche "la donna che fa muovere piccole cose a distanza", [Nina Kulagina] è uno dei soggetti più corteggiati dalle autorità scientifiche e soprattutto, secondo Milan Ryzl, dalle autorità militari dell'URSS. Fu studiata intorno agli anni '50 dall'illustre ed ora scomparso prof. Leonid Leonidovich Vasiliev, in vista di possibilità, vincolate a fini segreti, che promettessero qualcosa di pratico in ordine alla scoperta di metodi di comunicazione mentale fra astronauti in orbita e persone a terra, durante i periodi di silenzio radio, oppure tra marinai imbarcati nei sommergibili in rotte polari e persone a terra, in condizioni nelle quali nessuna comunicazione era fisicamente possibile.
Oltre allo scopo di stabilire dei contatti fra esseri umani in condizioni che normalmente lo avrebbero impedito, gli studi quindi di Vasiliev e di altri nell'URSS si proponevano anche quello di mettere in atto possibili iniziative tendenti alla ricerca ed alla preparazione di un certo numero di "spie segrete" e per di più "perfette", che avessero la possibilità di carpire col mezzo mentale i gelosi segreti di altre nazioni politicamente e militarmente importanti. Pur non essendo accertato, dato il silenzio ufficiale degli ambienti scientifici e militari di quel paese, ciò è molto probabile, se le deduzioni degli scienziati e dei giornalisti specializzati europei sono esatte.
Milan Ryzl dichiara esplicitamente, e non si hanno in proposito motivi per dargli torto, che oggi "nell'URSS si è giunti ormai al boom delle ricerche parapsicologiche collegate con i problemi della sicurezza e della difesa.
Dal 1968 in poi l'interesse per le capacità della Kulagina è veramente esploso con fragore, nonostante le campagne denigratorie che contro di lei furono organizzate, utilizzando ogni motivo possibile (ivi compreso quello di certi suoi precedenti penali), per sminuirne la figura e le capacità. Stampa, radio, televisione e cinema si impadronirono del soggetto ed allora intervenne qualcosa che diede un colpo di spugna ad ogni contraria voce o parola scritta: venne unanimemente riconosciuto che nel caso in esame si era di fronte a capacità davvero eccezionali e quasi uniche al mondo e da allora Nina Kulagina fu fatta conoscere con ogni mezzo in tutti gli angoli del paese, né più né meno che come una gloria nazionale; su di lei venne realizzato anche un documentario intitolato Sette passi oltre l'orizzonte, premiato in Italia al "Festival del documentario" di Trieste.
Vari cortometraggi realizzati due anni dopo portarono alla ribalta, oltre alla Kulagina, altri soggetti tra i quali Alla Vinogradova, essa pure telecinetica, Drozhin, l'uomo che guida l'auto ad occhi chiusi ed il calcolatore prodigio Shelushov.
In Oltre le soglie dell'ignoto, uno di tali documentari, era possibile vedere Nina Kulagina che faceva muovere da lontano piccoli oggetti di diversa forma, tipo e consistenza, racchiusi in contenitori trasparenti. La cosa fece talmente sensazione che se ne sparse la notizia anche al di qua della "cortina di ferro", provocando reazioni di entusiastico interesse, ma anche di perplesso stupore, se non di misurato ma sensibile panico, sentimento quest'ultimo che in Inghilterra fece porre da qualcuno la seguente domanda ad un giornale: "E se Mrs. Kulagina fosse veramente in grado di far scattare la spoletta di una bomba atomica o di far chiudere un circuito elettrico di emergenza, cosa accadrebbe?". In breve la Kulagina divenne nota, anche attraverso le parole della scrittrice inglese Sybil Leek, socia di un circolo di maghi, come l'ultima arma della macchina militare sovietica.
(Masimo Inardi, Il romanzo della parapsicologia, SugarCo, 1976) 




When I was a kid in school
They showed me symbols on a card
Then they sent them from a locked and bolted room
I had to fake that it was hard
Circle, square, triangle, waves
I got them crystal clear by the hour
And all I said was "may I please take a rest?"
I didn't want them to know I was possessed
With Psi Power
Psi Power
Psi Power

I can read your mind like a magazine
I see where you're at I know what you mean
I get all the secrets that you'd rather keep

When I was a teenage kid
and I hung around the streets
I could see inside the mind
of any girl that I wanted to meet
Wave, triangle, circle, square
They opened to me like a flower
How would you like to have your mind caressed?
Can't you feel that I'm possessed
With Psi Power
Psi Pwer
Psi Power

I can read your mind like a magazine
I see where you're at I know what you mean
I get all the secrets that you'd rather keep

Psi Pwer
Psi Power
Psi Power
I can read your mind like a magazine
I see where you're at I know what you mean
I get all the secrets that you'd rather keep

It's like a radio you can't switch off
There's no way to get peace of mind
I'd like to live inside a lead-lined room
And leave all this Psi Power behind
Circle, square, triangle, waves
It's a gift that soon turns sour
Why don't they let me get some rest?
It's too muche to understand and to digest

Psi Pwer
Psi Power
Psi Power
I can read your mind like a magazine
I see where you're at I know what you mean
I get all the secrets that you'd rather keep





sabato 27 luglio 2013

La Buona Annata's History Channel: Catch a Falling Starfighter

Avevo dimenticato per molto tempo la parola partenza. Come un mago si sforza di dimenticare un incantesimo fatale.
Il decollo dell'F 104 sarebbe stato perfetto. In soli due minuti sarei salito a quota diecimila metri, che i vecchi caccia Zero raggiungevano in quindici minuti, il +G avrebbe pesato sul mio corpo, i miei organi vitali sarebbero stati schiacciati verso il basso da una mano di acciaio, il sangue mi sarebbe parso pesante come sabbia d'oro. Sarebbe iniziata l'alchimia del mio corpo.
L'F 104, penetrante fallo argenteo, avrebbe squarciato il cielo ad angolo retto. Io ero insediato al suo interno, simile a uno spermatozoo. Avrei sperimentato le sensazioni di uno spermatozoo nell'istante dell'eiaculazione. Credo non ci sia dubbio che le più lontane, periferiche sensazioni dell'epoca in cui viviamo siano riferibili al G, che accompagna inevitabilmente i voli spaziali. E' indubbio che le più remote sensazioni quotidiane dell'epoca in cui viviamo sono fuse con il G. Viviamo in un periodo in cui ciò che, in ultima analisi, si chiama psiche è, nel suo nucleo finale, il G. Ogni amore, ogni odio che non sappia cogliere il G, in qualche al di là, è inefficace. Il G è una divina forza coercitiva esercitata fisicamente, è un'ebbrezza, un limite dell'intelletto situato all'estremo opposto dei limiti dell'intelletto.
L'F 104 decollò. Il suo muso si alzò. Si alzò sempre di più. Nello spazio di un pensiero trapassò le prime nuvole.
Quindicimila piedi, ventimila piedi. Le lancette dell'altimetro e del tachimetro si agitavano come topini bianchi. Mach 0.9, quasi la velocità del suono. E finalmente G giunse. ma fu un G gentile, un piacere più che una sofferenza. Il mio petto era svuotato, come se una cascata si fosse abbattuta su di esso senza lasciare più nulla. Il campo visivo era dominato dal cielo, di un colore sfumato tra l'azzurro e il grigio. Provavo l'impressione di avere addentato una fetta di cielo e di inghiottirne i frammenti. La mia mente si manteneva limpida, tutto era silenzio e immensità, e la superficie del cielo azzurro era a tratti spruzzata dallo sperma di bianche nuvole. Non essendomi addormentato, non potrei affermare che mi destai. Ma provai ugualmente una sensazione di risveglio, come se mi avessero strappato con violenza alla condizione di veglia: sentivo il mio spirito puro, come se non fosse mai stato sfiorato da nulla. Immerso nella luce abbagliante del vento anti-vento, addentai una gioia immacolata. Mostrando i denti, forse, quasi fossi stato colto da un dolore atroce.
Ero un'unica realtà con l'F 104 che in passato avevo ammirato nel cielo; la mia esistenza si era trasferita in una cosa che un tempo era apparsa, lontana, ai miei occhi. Per gli uomini della terra, alla cui specie ero appartenuto fino a pochi minuti prima, ero diventato "un essere che si allontana" in un lampo: allora, veramente, non esistevo che in un punto di un loro fugace ricordo.
Era del tutto naturale pensare che l'dea della gloria si manifestasse nei raggi del sole che si riversavano e penetravano implacabili all'interno, oltre il vetro anti-vento, in quella luce spontaneamente nuda. Gloria era senza dubbio il nome tributato a quella luce inorganica, sovrumana, a quel nudo splendore colmo di pericolosi raggi cosmici.
Trentamila piedi. Trentacinquemila piedi. Molto al di sotto di noi si stendeva un mare di nuvole bianche, senza alcuna apparente asperità o irregolarità, come un giardino di muschio candido. L'F 104, per non trasmettere onde d'urto alla terra, si diresse verso il mare aperto e, puntando verso sud, cercò di superare la velocità del suono.
 Le due e quarantatré del pomeriggio. A trentacinquemila piedi, dalla velocità subsonica di mach 0.9 accelerò, con una leggera vibrazione superò la velocità del suono, giungendo a Mach 1.15, a Mach 1.2, sino a mach 1.3, a quota quarantacinquemila piedi. Sotto di noi il sole declinava nel tramonto.
Non accadde nulla.
Nella luce cristallina fluttuava solo l'argentea fusoliera, l'aereo manteneva uno stupendo equilibrio. Nuovamente si trasformò in una camera chiusa e immobile. Sembrava che l'apparecchio fosse totalmente immobile. Si era trasformato in una strana cabina metallica sospesa, immobile nel cielo.
La camera pressurizzata della terra era davvero un modello esatto di astronave. L'immobilità diventava l'esatto archetipo del movimento più rapido.
Non provai neppure un senso di soffocamento. La mia mente era a proprio agio e lavorava alacremente. la stanza chiusa e quella aperta, due interni così diametralmente opposti, potevano divenire dimora dello stesso spirito appartenente al medesimo uomo. Se nel punto estremo dell'azione e del movimento si manifestava questa immobilità, allora il vasto cielo che mi circondava, le nuvole lontane, in basso, il mare che risplendeva tra le nuvole e persino il sole al tramonto potevano ragionevolmente essere eventi e aspetti della mia vita interiore. Le mie avventure intellettuali e fisiche potevano, a una tale distanza dalla terra, stringersi la mano senza alcuna difficoltà. Era questo il punto che avevo sempre cercato.

(Yukio Mishima. Sole e acciaio. Guanda, 1982)


Catch a falling Starfighter
Put it in the Pocket of your Jeans
You can use it like a Cigarette Lighter
Or as an Opener for a Can of Beans.
Catch a Falling Starfighter
Shine it up an Wear it on a Chain
You will find that it will be much brighter
If you empty out its Contents
Down the Drain.
(Robert Calvert, Catch a Falling Starfighter)



martedì 5 febbraio 2013

Gimme Shelter

                                                                                     
Avremmo voluto intitolare questo post T.tt.! e corredarlo di immagini adeguate ma La Buona Annata è un blog per famiglie e non ricorriamo a simili mezzucci per ottenere qualche visita in più. Pertanto riguadagnamo la consueta serietà e facciamo un balzo indietro nel passato fino al 1993, quando l'etichetta Food, fondata una decina di anni prima dal tastierista dei Teardrop Explodes! David Balfe e all'epoca consociata con la EMI, pubblicò una serie di quattro singoli contenenti alcune cover di Gimme Shelter. L'iniziativa era finalizzata a raccogliere fondi per il progetto Putting Our House in Order a favore dei senzatetto britannici e vedeva la partecipazione di artisti del calibro di Jimmy Sommerville, Heaven 17, Tom Jones, New Model Army e Sandy Shaw, giusto per citare i più noti. Intitolati tutti Gimme Shelter, i singoli si distinguevano per un complemento che ne precisava il genere: pop, alternative, dance e rock. Accanto a Thunder e Little Angels, autori di prove senza infamia e senza lode, in quest'ultimo disco trova spazio una curiosa accoppiata: gli Hawkwind con Samantha Fox!
Nel corso della loro lunghissima carriera gli Psychedelic Warlords hanno partecipato a numerose iniziative benefiche e free festivals, dagli esordi incendiari nella Notting Hill di fine Sessanta al Travellers Aid Trust, passando per Glastonbury e il festival dell'isola di Wight (ma fuori dalla recinzione...). Nel doppio album che la Flicknife ricavò nel 1988 dal Travellers Aid Trust comparivano anche le Hippy Slags delle quali faceva parte Bridget Wishart, poi con gli Hawkwind dal 1989 al 1991. Con la ponderosa eccezione della performer Stacia, la Wishart fu in pratica l'unica donna entrata per qualche tempo in quella congrega di maschiacci. Questo rende ancor più degno di nota l'incontro tra gli alfieri dello Space Rock e la modella-cantante. La collaborazione si rinnovò alla Brixton Academy il 21 ottobre 2000, quando la Fox cantò come ospite Masters of the Universe nel corso del concerto celebrativo per il trentennale della band.
Dal momento che non si butta mai via niente Gimme Shelter compare anche in It is the Business of the Future to be Dangerous, pubblicato lo stesso anno del singolo, cantata dal solo Richard Chadwick. La canzone degli Stones è anche una delle pochissime cover eseguite dagli Hawkwind. Significativamente le altre due di nostra conoscenza appartengono al repertorio dei primi Pink Floyd: Cymbaline venne registrata nel 1969 quando il gruppo si chiamava ancora Hawkwind Zoo e si può trovare come bonus nella ristampa del 1996 del loro primo album, mentre Interstellar Overdrive è presente solo nel CD allegato al libro The Pink Floyd Encyclopaedia di Vernor Fitch.