giovedì 12 settembre 2013

La Buona Annata's History Channel: Korla Pandit

Nato nel 1921 a Delhi da una cantante francese d'opera e da padre bramino, Korla Pandit aveva cominciato a suonare il piano all'età di due anni e mezzo. A dodici si era trasferito con la famiglia negli Usa, dove in seguito avrebbe frequentato l'Università di Chicago. Infine si era stabilito a Los Angeles, divenendo un vero e proprio maestro della tastiera. Quando nel 1935 la Hammond Co. immise sul mercato il primo organo elettrico, di certo non pensava al ruolo che lo strumento avrebbe assunto nell'ambito della musica popolare. Piuttosto aveva puntato al vasto mondo delle sonorizzazioni (radiofoniche, cinematografiche) e a un sicuro impiego in ambito ecclesiastico.
Pandit era, invece, convinto che l'Hammond avrebbe potuto rivoluzionare l'intero mercato della musica, bastava solo ampliarne le possibilità musicali.
Mentre con la mano destra mantenevo l'armonia e la melodia, con la sinistra ero in grado di ottenere effetti percussivi, - racconta il musicista. - Questo era possibile sperimentando con le timbriche che mescolavo al suono proveniente dalla pedaliera dei bassi; così potevo imitare bonghi, piatti e tom.
L'artista era in grado di evocare una vera e propria orchestra, come quelle big band che si esibivano negli anni Quaranta a Balboa e che durante gli intervalli gli "lasciavano" il palcoscenico. Pochi minuti per intrattenere il pubblico, ma a Korla Pandit erano sufficienti. Di lui si era accorto anche Art Tatum, importante pianista jazz, che lo aveva spesso invitato ad alcune session musicali tra amici. Anche Peggy Lee, Mel Tormé, i Sons Of The Pioneers o Roy Rogers avevano notato quel ragazzino indiano. Addirittura Yogananda, l'autore di Autobiografia di uno Yogi, gli aveva chiesto di esibirsi dinanzi ai suoi discepoli.
Prima di approdare in televisione Korla Pandit aveva lavorato anche con Chandu The Magician, conduttore dell'omonimo programma radiofonico. Chandu aveva bisogno di un pianista in grado di evocare lande esotiche e distanti, di meravigliare gli ascoltatori trasportandoli fin sulle rive del Gange. Solo Korla avrebbe potuto accontentarlo. Sulle note di Misirlou o di The Trance Dance i suoni dell'artista si propagavano nell'aria scatenando i sogni di fuga di migliaia di ascoltatori. Del resto erano tempi in cui solo la radio era in grado si sollecitare l'immaginazione del pubblico; e Korla era il re indiscusso di ogni fantasia pagana. Nonostante l'ampio seguito e l'enorme successo, la carriera del musicicsta sarà però costellata di discriminazioni e razzismi.
RJ Smith ricorda come negli anni Quaranta il sindacato dei musicisti di Los Angeles fosse ancora segregato e diviso in "bianchi", "neri" e "latini". Nessuna voce per gli "indiani". Pandit fu costretto a riporre il turbante, cambiare nome in Juan Orlando e farsi "passare" per messicano. Non finì qui. Un incendio distrusse i registri del sindacato e l'artista non riuscì a farsi pagare i diritti dei pezzi depositati a nome Orlando. Con la Ktla, presso cui aveva lavorato fino alla metà degli anni Cinquanta, sarebbe andata anche peggio. Nonostante il record di ascolti i responsabili dell'emittente avevano deciso di non concedergli alcun aumento. Pandit abbandonò subito il posto di lavoro. Infine la Fantasy, etichetta prevalentemente jazz con cui Pandit avrebbe inciso quattordici dischi: a stento onorerà gli impegni economici presi con l'artista.
Negli anni Sessanta-Settanta Korla Pandit avrebbe avviato la sua piccola casa discografica, la India, partecipando a seminari e concerti New Age, esibendosi nelle università e in centri quali il Philosophical Research Center.
Con il tempo la sua musica ha perso quell'alone di mistero e novità che la contraddistingueva agli esordi, e anche gli effetti percussivi con cui "strapazzava" l'organo sono divenuti una consuetudine in ambito jazz e pop. Resta comunque un nome di riferimento dell'ondata Exotica e della musica popolare americana in genere.
Echi delle sue canzoni si avvertono addirittura nei Doors e nell'organo che introduce Light my Fire, uno dei loro brani più noti. Gli stessi Beach Boys si sarebbero ispirati a lui durante le registrazioni di Smiley Smile (1967), un disco caratterizzato da un uso reiterato dell'organo e sotteso da una forte vena di misticismo. Infine negli anni Ottanta e Novanta anche gruppi come Dead Kennedys o Cramps avrebbero considerato l'artista un'importante fonte di ispirazione.
Con il revival Exotica Korla Pandit è apparso nel film Ed Wood, ha suonato dal vivo e pubblicato, nel 1996, Exotica 2000, un nuovo disco sullo stile degli album che lo avevano reso famoso. Nello stesso anno è uscito anche Journey to the Ancient City, un cd a nome Karla Pundit, divertente pseudonimo di Lance Kaufman che, imitando lo stile di Pandit e ironizzando sul suo misticismo, aveva reso omaggio al musicista indiano.Il 2 ottobre 1998 Korla Pandit è morto per cause naturali nella sua casa di Los Angeles. Nelle interviste asseriva che la sua età si aggirava "tra i 2028 e i 2039 anni".

(Francesco Adinolfi, Mondo Exotica. Einaudi, 2000)




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